NEWS: IL GIORNO DEL RICORDO PER GLI ALUNNI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO ” BONIFACIO”
Martedì 11 febbraio 2014, alla Scuola Secondaria di Primo Grado “G.Bonifacio” – Rovigo 1, si è tenuta una conferenza per la ricorrenza del “Giorno del Ricordo” .
Due le testimonianze sull’esodo dalle terre istirane-giuliane-dalmate. Di origine fiumana la signora Nidia Colmanni, istriana di Canfanaro la signora Graziella Fiorentin.
Il prof. Daniele Milan ha introdotto la conferenza spiegando il significato della particolare ricorrenza, dell’esodo, delle foibe e del clima di violenza e di vessazione di ogni tipo che si era volutamente creato in quelle zone. Ha poi effettuato un breve escursus storico sulle diverse realtà della Dalmazia, del Quarnaro con Fiume (oggi Rijeka) e delle terre istriane.
La signora Nidia Colmanni prima di parlare delle vicende familiari, ha sviluppato il percorso storico della città che ha visto l’avvicendamento delle diverse dominazioni, dai liburni ai romani, agli austriaci, agli ungheresi per arrivare all’Italia con il Trattato di Roma del 1924, dopo l’esperienza dannunziana dei legionari nel 1919-1920 e la Reggenza del Carnaro.
Dopo una serie di racconti sulla sua infanzia, ha descritto gli eventi bellici e le tappe che hanno portato alla perdita della sua casa durante i bombardamenti. Le vicende che hanno poi portato alla occupazione di Fiume da parte dei partigiani titini dopo la fuga dei tedeschi avvenuta il tre maggio del 1945. Due giorni dopo vennero due individui in borghese a prelevare il padre, un ultimo saluto, Nidia e i suoi familiari non lo videro mai più. Era iniziata la “caccia all’italiano”, in tanti furono a pagare con la vita la loro fede italiana.
E’ stata la volta poi della signora Graziella Fiorentin testimone istriana ed autrice del libro-romanzo “Chi ha paura dell’uomo nero?” pubblicato dalla casa editrice Mursia.Il libro da lei scritto è la storia vera e avvincente di una bambina che vive felice in una terra splendida e che improvvisamente si trova, terrorizzata e confusa, coinvolta in una serie di eventi tragici e orribili che non può capire e che, distruggendo la sua infanzia serena, la segnano psicologicamente con ferite profonde.
Sarà la solidarietà di una famiglia unita a farla maturare e far ritornare il sorriso e la pace nel suo cuore. E’ uno dei tanti drammi degli italiani d’Istria dimenticati anche dai libri di storia o sottaciuti. Ha scritto in modo rigorosamente aderente alla realtà volendo raccontare il suo periodo di guerra dal ’43 al ’45. Ha cercato di ricordare e rendere tangibili quanti danni anche psicologici, spesso indelebili, vengono inferti con esse ai bambini, spezzando infanzie serene e la fiducia nel futuro. Consapevole che le guerre tuttora presenti nel mondo e non diverse da quella del suo passato hanno matrici e forme sempre simili.
Prof.Daniele Milan
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